Accompagnare lo sviluppo psico-motorio nella prima infanzia
di Agnès Szanto-Feder, Erickson Editore
Oggi vi recensirò un libro ispirato agli insegnamenti di Emmi Pickler ed Henri Wallon sull'importanza della motricità libera e l'osservazione del bambino fin dalla nascita.
Il libro fa parte della collana Nido d'Infanzia della Erickson Editore, che si propone come strumento di riflessione e di lavoro per i professionisti della prima infanzia, ma anche per i genitori o chiunque si prenda cura del bambino di questa età.
Vi riporto un breve passo della presentazione al libro che mi ha completamente attirata alla lettura:
Questo lavoro [...] è un invito alla riflessione, alla presa di coscienza, a farsi delle domande, a guardare noi stessi, a prendere posizione ed analizzare le proprie idee e le proprie azioni nei confronti di questo essere così complesso e misterioso che, con il suo corpo, con il suo sguardo aperto o fuggente, con i suoi pugni stretti e la sua bocca che desidera, è portatore di tutti i segreti e di tutte le potenzialità umane.
L'autrice: Agnes Szanto-Feder
Laureata in psicologia genetica a Parigi, ha insegnato in Francia, Argentina, Belgio e svolto corsi di formazione sulla motricità infantile a educatori e operatori di nidi e scuole di infanzia. E' vicepresidente dell'Association Pikler-Lòczy - France e membro della Fondation Pikler USA.
emmi Pikler: I suoi principi di base
La prospettiva Pikler non è né un metodo né una tecnica. E' uno sguardo, un modo di vedere, di pensare e di rapportarsi al bambino. Formarsi a questo sguardo è diverso dall'imparare come fare certe azioni o come organizzare un ambiente, è modificare le rappresentazioni, un'operazione che richiede tempi lunghi e appropriazione individulale.
Emmi Pikler fu un medico pediatra che visse tra la fine dell'Ottocento e la metà del Novecento che riuscì a intravedere il bebè come persona che fin dalla nascita possiede capacità e potenzialità fino ad allora insospettate.
I suoi principi arrivarono con poco successo in Italia negli anni 70. Sostenitrice di esperienze educative extrafamiliari anche di bambini piccoli su motivazioni pedagogiche, del benessere del bambino che parte dallo sfondo della relazione madre-bambino, della organizzazione della vita quotidiana, dell'esperienze all'aria aperta, della relazione empatica unica con ogni bambino da parte degli educatori del nido, le sue idee restarono marginali rispetto ai metodi più facilmente adottati quali il metodo Montessori. Il modello ungherese Pikler venne ripreso episodicamente tra gli anni Novanta e i primi del Duemila.
Possiamo riassumerli in alcuni punti.
Dal libro:
ogni bambino in condizione di sicurezza affettiva è in grado di interessarsi al mondo e di esprimere quell'interesse attraverso l'osservazione, l'esplorazione, la progettazione, l'azione, anche monitorando questo percorso con aggiustamenti ricorsivi
L'apprendimento autonomo del bambino, libero, sviluppa non solo l'apprendimento di qualcosa, ma nello stesso tempo l'apprendimento di come si apprende, facilitando il bambino nel costruire altre abilità in diversi contesti
L'adulto si deve limitare a intrattenere una relazione significativa col bambino soprattutto nei momenti di routine della cura personale, nel disporgli un ambiente sicuro ed adeguato al suo momento di sviluppo, libero da ogni posizione o movimento che lui stesso non ha ancora acquisito o iniziato, libero da sistemi contenitivi che limitano i suoi liberi movimenti. Tutto il resto è un'interferenza che distrae il bambino e nuoce allo sviluppo di una capacità di autoregolazione e di scegliere, progettare e portare a termine i progetti avviati
Non si educa il bambino a suo malgrado né senza la sua partecipazione. Il bambino è quindi posto in posizione di interlocutore, senza la cui presenza attiva il processo educativo non esiste.
il primo strumento che aiuta l'adulto a riconoscere nel bambino un interlocutore è l'osservazione. Ogni adulto ha bisogno di imparare da ogni nuovo bambino.
PUNTO IMPORTANTISSIMO: il primo ambito di esperienze e di sviluppo in cui ogni bambino si mette in relazione col mondo esterno è quello del movimento. Un neonato che si muove è un soggetto impegnato in un'opera interna ed esterna che sta mettendo in atto lo stesso lavorio che si esprimerà in seguito con altri mezzi. Fin dalla nascita un bambino ha capacità di attenzione e azione, e tanto più accresce le sue capacità quanto più sperimenta il fatto che i suoi tentativi sono efficaci, accolti dall'ambiente e lo modificano.
La motricità del bambino è il luogo d'integrazione di tutti gli aspetti specifici dello sviluppo.
Ma cosa osservare esattamente?
-Il gioco del bambino
-I suoi movimenti
-serenità, fiducia, attenzione, curiosità, interesse, pazienza, assiduità, impazienza
-interazione bambino-adulto
-giocattoli
-pranzo, cambio, bagnetto
-oggetti che favoriscono o meno movimento
-il suo addormentarsi
Struttura del libro: i cinque capitoli
- Motricità! Quale motricità?
Il primo capitolo comprende idee generali sulla motricità
- Gli educatori, i bambini, i genitori
il secondo capitolo affronta problemi socioculturali e descrive il senso delle idee di questo volume
- L'osservazione, Come guardare? Che cosa fare? Che cosa dire?
il terzo capitolo parla dell'osservazione secondo varie prospettive
- Riflettiamo ancora sui movimenti e sugli equilibri
il quarto capitolo dedica lo spazio ad aspetti più specifici sulla motricità
- Poter volere con competenza
il quinto capitolo riassume le idee fondamentali
Cosa penso di questo libro
Questa lettura è stata veramente utile e illuminante per alcuni versi, ma a volte un po' ridondante ed estrema per altri.
Nonostante i suoi lati negativi che vi illustrerò, l'autrice stessa invita i genitori ad educare e rapportarsi col bambino nel 'quì ed ora' con naturalezza, di ritornare un po' all'istinto che abbiamo naturalmente verso i nostri bambini, rivalorizzando il presente e ciò di cui il bambino ha bisogno in questo momento. Detto questo, ci sono tantissimi spunti interessanti che seguono comunque la mia natura di mamma e che possono aiutarmi a riflettere sulle nostre scelte e azioni.
Ritengo il libro illuminante per quanto riguarda l'osservazione del bambino, fin dalla nascita. Infatti avrei personalmente scelto una copertina del libro che ritrae il neonato piuttosto che un bambino già grandetto che gattona.
Questo libro fa capire quanto nel libero movimento il bambino esprime in azione e competenza tutto ciò che vuole e può espiremere in quel momento. Bisogna soltanto imparare a osservare 'cosa fa il bambino che non sta facendo niente'!
Spesso e volentieri si ricade nel tranello dell'addestramento del bambino, soprattutto i neonati, come oggetto passivo all'educazione. Questo libro ed i suoi insegnamenti seguono un filone completamente opposto al libro precedentemente recensito [quì].
Allora da mamma e lettrice sono stata messa nella posizione di rivedere tutto quello che faccio con mio figlio chiedendomi:
-cosa ne guadagna il bambino?
-ciò che potrebbe fare autonomamente sarebbe più o meno interesante?
-sarebbe così deprivante se si facesse più in là, quando sarà in grado di farlo per sua iniziativa?
-in che modo è libero di partecipare alla proposta?
-è un piacere senza ombre? Lo faccio veramente per lui o per me? Perchè l'ho forse l'ho immaginato per lui?
-è un'attività a cui lui può sfuggire? Accetterò di leggere e rispondere ad un suo rifiuto?
Queste domande ci invitano a riununciare alla soddisfazione personale di vedere 'funzionare' i nostri bambini per come vogliamo noi, a prescindere dal loro volere.
Il libro sollecita i genitori ad imparare ad osservare. Osservare con il giusto mezzo tra alienazione del soggetto e violenza per eccesso di interpretazione dei gesti del bambino.
Il libro suggerisce di favorire delle occasioni in cui il bambino possa sentirsi competente, fin dalla nascita, tramite il libero movimento, col quale il bambino potrà scegliere di spingersi un po' più in là o meno. Osservarlo, libero, in momenti in cui non abbia fame, sete o sonno.
Ne osserveremo un bambino che compie movimenti armoniosi, a suo agio nello spazio e nel suo corpo, con miglior equilibrio, un bambino attivo in modo continuo senza bisogno di fare riferimento in ogni momento all'adulto, la base per lo sviluppo di un primo senso di competenza.
Ho capito che è meglio evitare la sovrastimolazione, anche posturale (forzatamente seduto prima che possa impadronirsi autonomamente della posizione), e l'esperienza di eventi sgradevoli, come un cambio veloce e brusco, l'essere svegliato di soprassalto...
Ho capito quanto sia importante la lentezza dei nostri gesti quando maneggiamo o giochiamo col bambino, perchè possa prevedere ed essere attivo mentalmente adeguatamente alla sua età.
Cercherò di NON insegnare delle posizioni o movimenti al mio bambino, limitandomi a dargli spazio e libertà di sperimentare il suo corpo, con vestiti adeguati al movimento, spazi grandi e sicuri a disposizione, con giochi stimolanti per la sua età.
Ho imparato che il bambino ha una memoria posturale, che ripetendo tutti i miei gesti nello stesso ordine per annunciare uno stesso risultato sono dei punti di riferimento a sua misura, con i quali potrà appropriarsi del tempo che passa fra la comparsa del bisogno e la sua soddisfazione.
Ho imparato come comunicare meglio col bambino, facendo attenzione alla qualità dei miei gesti, sguardo e voce nella comunicazione, stato tonico delle mie braccia quando lo tengo, qualità della mia attenzione verso di lui e il mio stato mentale.
Il libro pone tantissima importanza ai momenti quotidiani di cura, pranzo, cambio, bagnetto. Routines che permettono a mamma e bimbo di conoscersi, riconoscersi e divertirsi insieme.
Si parla e si mette un focus speciale alla competenza del bambino, piuttosto a tutti i futuri raggiungimenti di competenze (=incompetenza), al quì e ora e tutto quello che il bambino sa fare ed ama fare!
Ed è proprio il quì e ora che l'autrice ci invita a vivere pienamente, un presente infinito per i nostri bambini, che non capiscono il concetto di passato e futuro per relativizzare il presente.
Ma soprattutto, questo libro aggiunge un tassello importante nella comprensione di 'rispetto del bambino, come persona' iniziato col corso di massaggio neonatale.
Al corso chiedevamo il permesso al bambino prima di iniziare il massaggio.
Tramite una più attenta osservazione del bambino e dei suoi segnali di comunicazione, si impara a rispettare il suo punto di vista e considerare valido il suo saper comunicare i suoi bisogni. Si impara ad avere fiducia di lui.
Si impara a rispettare la sua libera scelta, nel gioco e movimento,capendo che faranna molto meglio da soli quando loro stessi si sentiranno pronti, quando le condizioni dell'ambiente sembreranno loro soddisfacenti.
Cosa non mi è piaciuto invece? L'esorcizzazione della lettura ai bambini, del nuoto neonatale, e del 'tummy-time' fin dalla nascita.
L'autrice vede la lettura come un volere insegnare ai neonati a leggere, non come invece la vedo io: un momento di condivisione col bambino, attirato dalla voce di chi ama e dai colori vividi dei libri per bambini.
Anche il nuoto neonatale viene riportato in termini tragici, con l'istruttore che fa cadere in acqua inavvertitamente il neonato, senza che i genitori possano ripescarlo. Questo NON è acquamotricità infantile. Il vero corso di acquamotricità ha l'obiettivo di familiarizzare con l'acqua in tutta tranquillità e in posizioni fisiologiche per le varie età del bambino. E' un'occasione di tempo in tranquillità con i genitori.
Sul tummy-time c'è proprio una guerra aperta! Nonostante i vari studi che ne dimostrino la validità e importanza. Capisco il fatto di non doverlo fare diventare anch'esso un addestramento, ma assolutamente lo ritengo una posizione naturale al neonato, che imita la posizione in grembo, nella quale si sente sereno e protetto. Infatti, è la posizione che il bambino adotta durante l'allattamento al seno chiamato 'biological nurturing', con la mamma distesa e comoda ed il bimbo a contatto skin-to-skin, pancino su pancia di mamma.
Ringrazio ancora una volta la Erickson editore per l'opportunità di recensire questo altro interessante libro.
Comments