Cari lettori, questa volta abbiamo una domanda per voi.
Avete mai sentito parlare di gravidanza arcobaleno, o più conosciuta col nome di rainbow pregnancy?
La gravidanza arcobaleno o rainbow pregnancy è la definizione internazionale per una gravidanza a seguito di una o più perdite perinatali.
Perchè arcobaleno? Sono chiamate così per testimoniare la speranza di una rinascita dopo un periodo difficile. Come l'arcobaleno dopo la pioggia e la tempesta, questi bimbi portano la speranza di nuovi colori, ma non cancellano il lutto o il dolore passato.
I bimbi nati da queste gravidanze vengono chiamati 'bambini arcobaleno' o 'rainbow babies'.
Cosa c'è di speciale in queste gravidanze?
Queste gravidanze sono un percorso di coraggio, paura e speranza.
Questo nuovo percorso non cancella o continua quello troncato dalla morte del bambino/bambini persi.
E' un viaggio tutto nuovo che procede su una corsia parallela, ma in direzione opposta a quella del rapporto di amore e memoria che è per sempre con il bimbo/bimbi persi.
Il viaggio del bambino perso/persi prosegue, risvegliato dagli anniversari di nascita e morte, di sepoltura, di induzione, di diagnosi. Si rintrova in ogni immagine rivolta al futuro che i genitori avevano creato nel cuore insieme al loro bambino, nelle cose che avrebbero fatto insieme.
Questi cammini tanto diversi spesso entrano in conflitto l'uno con l'altro. Ci si può sentire tirati in due direzioni diverse non sapendo dove sia giusto rimanere e cosa sia giusto pensare e provare.
Per questo motivo le gravidanze arcobaleno sono pervase da sentimenti contrastanti.
Tristezza & Sensi di colpa:è molto comune sentirsi tristi e in colpa per cominciare un nuovo percorso con un bambino che non è e non sarà mai il bimbo perso. Ci si sente in colpa verso il bambino perso, pensando che una nuova gravidanza possa distrarre dal lutto.
E' possibile invece aprire un nuovo capitolo senza cancellare tutto quello che è venuto prima e quello che sta ancora avvenendo nel proprio cuore. Il bambino perduto sarà parte integrante della tua vita di questi genitori a prescindere da tutti gli altri fratellini che avrà. Vivrà nelle loro storie e verrà ricordato anche da loro.
Rabbia:Ci si può sentire arrabbiate, irritate nel sapere di essere incinta, nel pensare a un nome o addirittura sentire il bambino muoversi. Si può essere disgustate dal fatto che questo bambino non sia il bambino che perso e non lo sarà mai.
Questo nuovo bambino non ha nessuna intenzione di essere un sostituto per suo fratello nella stessa maniera in cui questi genitori non lo desiderino! Realizzeranno che la felicità per il nuovo bimbo non nega il loro amore per quello perduto.
DistaccOE' un meccanismo di protezione per il proprio cuore da ulteriore sofferenza. Spesso non ci si riesce a godere le pietre miliari di questa gravidanza come ecografie, primi movimenti ecc. Il distacco cerca di proteggere i genitori e il loro cervello da stress e costanti preoccupazioni. Spesso il partner e le persone a cui si comunica la nuova gravidanza potrebbero mostrarsi più in legame col bambino di quanto lo sembri o lo sia effettivamente la mamma, il che potrebbe irritarla o farla ingelosire.
Questa ambivalenza è una componente normale del processo di legame con questo nuovo bambino. Durante il corso della gravidanza ci saranno sempre più gesti di legame che faranno crescere l'amore tra la mamma e il suo bambino. Pensare a un nome, pensare a chi assomiglierà, sentirlo muovere sempre di più. Anche le sue preoccupazioni sul loro legame riflettono il suo interesse verso il bambino! Il suo cuore si espanderà a sufficienza per contenere tutti i suoi bimbi in terra e in cielo.
Ansiapensare che qualcosa possa andare storto. Quando un figlio muore, la propria ingenuità e sicurezza nel fatto che tutto andrà bene per noi, muore con lui. Non si può nascondere più la propria vulnerabilità. Non ci sono garanzie nella vita, questi genitori lo sanno bene. Quelli che non hanno nessun bimbo in vita, la morte è tutto quello che conoscono.
Essere e sentirsi vulnerabili è difficile da gestire. Le visite ginecologiche, l'ospedale, la gravidanza stessa possono costituire emozionalmente una minaccia. Creare e concentrarsi sulle differenze può essere utile per creare delle associazioni positive con questa nuova gravidanza.
Speranza & Gioia:Ci saranno momenti felici in cui si sentiranno sollevati dal procedere di questa nuova gravidanza così diversa, felice di essere i genitori di un altro bambino, di essere i genitori di tutti i loro figli. Si sentiranno di nuovo pervasi dalla speranza, che inizialmente bussa piano piano, facendoli fantasticare sul loro futuro, su cosa faranno insieme, cosa leggeranno e dove andranno insieme.
Sarà un su e giù di sperare positivi per il futuro, gioire dei progressi insieme, a volte indietreggiare impauriti per poi riacquisire fiducia nel nuovo viaggio.
Tutti questi sentimenti sono reazioni normali a un viaggio che è sia di speranza che di coraggio. Coraggio di ricominciare a sperare, di essere felici nonostante tutto e senza dimenticare, di camminare con il cuore nel passato e nel presente e nel per sempre.
I sentimenti di gioia come i sentimenti più tristi vanno ascoltati senza giudicarli e giudicarci, assorbiti, in maniera consapevole, in come si diffondono in tutto il corpo e nella mente, per poi essere rilasciati. Ogni sensazione è passeggera, ci si può navigare dentro per tutto il tempo che si desideri, per poi lasciarla andare.
La nostra storia
A quasi 22 settimane di gravidanza mi sono sentita pronta (forse) a scrivere qualcosa di più personale sulla nostra gravidanza dopo la perdita di mia figlia Ida (LINK al blog che continuo a scrivere sulla nostra storia).
Il 23 Giugno il test di gravidanza ha segnato due tacchette rosse, nette e decise, arrivate immediatamente, come già sospettavo. Non è il classico inizio di gravidanza, come invece può sembrare.
Queste due tacchette rosse confermavano ci fosse qualcosa attecchito al mio utero, vivo o morto, da già un bel po' di tempo.
Le ultime mestruazioni ufficiali erano quelle del 29 marzo, seguite però da un ciclo/macchie abbondanti durate 9 giorni e arrivate in corrispondenza del ciclo dopo quello di marzo. La temperatura basale era rimasta alta, per poi scendere alla baseline (poteva significare tutto, gravidanza, aborto spontaneo o ciclo vero e proprio).
Sentivo però che fossi incinta. Nessuna nausea o sintomo, ma sentivo che fossi incinta e che stessi abortendo spontaneamente.
Successivamente cominciai a pensare a una gravidanza extrauterina o a una morula (tumore che si sviluppa da uno stadio precoce dell'embrione).
Sinceramente? Non vedevo l'ora che finisse, che la finisse di posticiparsi la perdita, il dolore, un nuovo aborto. Basta.
Non ho preso un test fino a un vero e proprio ritardo del ciclo dopo. Ho aspettato da un momento all'altro di morire di setticemia, di passare dei coaguli di sangue o un embrione vero e priorio. Ho aiutato queste profezie allenandomi intensamente ogni giorno di lotta libera, jiu-jitsu, sala pesi.
Nonostante tutto, test super positivo. Non voleva dire niente, il beta hcg rimane positivo anche con un feto attecchito morto o con un feto destinato a morire.
Ho chiamato il mio ecografista di Ida, mi ha subito ricevuta la mattina dopo, ripetendo che avremmo potuto trovare il nulla assoluto dopo tutto quel sanguinamento.
Vado sola, mi distendo, accende lo schermo. Subito si vede un bambino, già grande, 12+5 settimane, misurava già una settimana di più, un maschio. E' nel mio utero, si muove.
Shock.
Non era possibile.
Tutto diverso, si vede subito che il suo cuore non ha nessun reflusso tricuspidale, che ha l'osso nasale ben visibile, nessun dotto venoso con curva invertita.
Shock. Gioia. Avrei avuto un bambino a gennaio! Avrei avuto un bambino vivo tra le braccia.
Shock. Rabbia. Chi sei tu? Come ti permetti a non essere Ida? A nascere sano al posto suo? Non sarai mai lei. Non sarai mai il mio primo figlio. Sensi di colpa. Come ho potuto fare questo a Ida? Così presto?
Translucenza nucale nel panico totale e invece anche lì tutto diverso, sta benissimo, il viso è più rotondo, pancione e coscione più simili a papà, nessuna translucenza nucale aumentata.
Lo sentiamo muoversi dal 16 luglio, dalle 15 settimane e da quel momento sempre di più.
Lo sento crescere, sento crescere la gioia, la voglia di averlo tra le mie braccia, sento crescere parallela la paura di perderlo, di non essere mai la mamma di un bambino vivo.
Dalla translucenza i due bambini si sono distinti meglio, la mia gioia è meno attaccata dai sensi di colpa e cresce la consapevolezza che nessun nuovo amore toglierà a quello che provo per Ida. Ma è comunque un nuovo amore.
Ho dovuto capire che non posso misurare quanto amo mio figlio in base al rapporto che già ho e che continua a crescere e cambiare con mia figlia. E' morta il 30 Novembre, ma il nostro rapporto di madre e figlia, nel nostro universo parallelo continua.
Un semplice ovulo vaginale per prevenire infezioni è diventato un trigger enorme, facendomi avere un attacco di panico e convincendomi che mi si fossero rotte le acque.
Un semplice colpo di calore e sentire meno movimenti sono diventati trigger, convincendomi che alla prossima ecografia non avremmo trovato il battito.
A volte invece mi perdo nelle onde di Ida che mi ricordano che la ferita resterà sempre aperta. Mi torna di nuovo la voglia di rifugiarmi nella solitudine del nostro lutto, essere più in comunicazione con lei.
Un bimbo che cresce e che mi ricorda ad ogni colpetto della sua vita, riempie la testa, il cuore e la giornata. Ma spesso il lutto ribussa alla porta e chiede il suo spazio. Un lutto diventato ormai compagno, amico. Quello che sento di fare adesso è assecondarlo, ritornare a dare uno spazio a tutto e tutti. Ritornare a scrivere a Ida, ritornare ai ricordi passati con occhi nuovi.
Dal blog 'Ezra's Place', riletto dopo tanto tempo:
What it is to be inside my head these days is an ongoing dialogue between the light and the dark, the joy and the sadness. Invisible to almost all around me, I parent my dead son right along side the living one. [...] I take joy in the simplest moments, a snuggle, a sloppy kiss, reading a book... and sometimes end up with tears in my eyes for the boy who never got to read the book once, who never gave me a wet sloppy kiss, who never learned to hug. Grief doesn't overwhelm anymore. Its just a presence, an old friend who comes and goes, we can easily pick up where we left off. It doesn't prevent me from enjoying the world anymore - if anything it makes me appreciate the tiniest moments of joy all the more. But it also underscores the impermanence of it all. My mind can't help but wander...what if this were it, how quickly he could be taken from me. [...] grief is no longer at the forefront, these thoughts are no longer what drive my being. They are present daily but so is love and joy. What Ezra taught me is to love and mean it, to find joy and inhabit it. This is how I have come to live my days since he left.
Gravidanza arcobaleno...ma bimbo bucaneve
Sin dall'inizio della gravidanza, insieme ad altre mamme che hanno perso i loro bimbi, ho avuto difficoltà ad accettare il termine rainbow baby.
L'associazione negativa di ciò che viene prima dell'arcobaleno non si addiceva proprio per niente al mio amore per mia figlia Ida.
Lei non è tempesta, tristezza e fulmini. Lei è il mio fiocco di neve. Lei è la mia prima bimba, di cui sono fiera di essere mamma. Mi ha dato così tanto, insegnato così tanto, che chiamare il fratellino rainbow baby sembra quasi un insulto contro di lei.
Ho cercato altre mamme che la pensassero come me, che cercassero termini alternativi, ma ho trovato invece delle descrizioni comuni a questi bimbi nati dopo la perdita dei loro fratellini:
SPERANZA, NUOVO INIZIO
E' una speranza poco chiassosa, fragile, come sono fragili le nostre vite, come è fragile la possibilità che vada tutto bene, una speranza senza nessuna garanzia. Ma è una speranza piena di significato, di genitori che hanno capito cosa sia veramente importante nella vita e si affidano ad un nuovo inizio, alla possibilità di una nuova vita.
Ho cercato un fiore che rappresentasse questo significato e ho trovato il bucaneve.
IL BUCANEVE
Viene chiamato “Stella del mattino” perché è uno dei primi fiori ad apparire nel nuovo anno quando, spesso, la terra è ancora ricoperta da un sottile strato di neve.
Sembrano volerci rassicurare sull’infinita continuità della vita, che si tiene in serbo nei semi sotto la terra per rinascere ancora e ancora.
Il significato del bucaneve è, infatti, ritenuto simbolo di speranza e di consolazione, dello sbocciare quando il clima è ancora freddo, spingendo le foglie attraverso il suolo ghiacciato dalla neve, di solito prima del secondo giorno di febbraio, diffondendo poi un dolce profumo simile a quello del miele appena la temperatura si scalda.
Tra le varie leggende collegate al bucaneve sono presenti anche Adamo ed Eva:
un racconto inglese narra che Eva scacciata dal paradiso terrestre fu presa dallo sconforto nel trovarsi su una terra buia e pervasa da neve perenne. Un angelo venne a consolarla, cogliendo un fiocco di neve e soffiandoci sopra. Questo fluttuò sulla terra e si trasformò nel delicato bucaneve, che le diede di nuovo forza e speranza. Questo fiore divenne quindi simbolo di speranza e rinascita.
Il mio bimbo è quindi un bimbo bucaneve.
Comments